Poesie catartiche


Scritta da: Rosetta.Z
in Poesie (Poesie catartiche)
Aspetto sempre il Sole...
Che venga a scaldare
e sciogliere il mio dolore...
Distrattamente
ha sfiorato la mia anima
un suo raggio...
che mi ha penetrato il cuore.
Subito in quell'angolo di calore
io ci ho piantato un seme...
Voglio averne cura
affinché diventi un fiore...
Per poter ammirarne il fascino
In tutto il suo splendore.
Un fiore che trasformi le mie tempeste
In giornate di sole
E che rifletti
L"azzurro del cielo
e mi fa rivedere l'arcobaleno.
Per ricordarmi che il mondo ha i suoi colori.

Un fiore che mi fa credere ancora
nell'amore, quello vero.
L'amore per la vita,
che spesso mi è stata ostile...
L'amore per la gente,
che non è tutta vile.
L'amore per me stessa
con cui provare
ad essere più gentile.
Un fiore che sappia sorprendermi
E mi insegni a non arrendermi
E mi regali
più occasioni per sorridere...
Donandomi del tempo dove possa sopravvivere.

Un fiore che mi faccia
Ricordare di quanto è bello esserci,
Esserci per chi mi vuole bene.
Per chi a me ci tiene.
Per chi vede in me la mia luce, anche quella che non traspare,
E gli fa leggere il mio cuore,
E sa che ancora, è capace di amare.
Esserci per quel piccolo grande seme.
A cui la mia vita si è aggrappata
Facendomi capire che non è così scontata.
Quel seme è e sarà
La mia voglia di felicità.
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    Scritta da: Rosetta.Z
    in Poesie (Poesie catartiche)

    La verità del cuore

    C'è una donna seduta nella sua stanza,
    si guarda intorno, con una dolcezza affranta.
    Mi avvicino, le chiedo
    chi sta aspettando,
    Lei risponde
    "mia figlia" è andata in giardino.
    Le chiedo se posso aspettarla con lei, e le siedo accanto.
    E trattenendo il pianto
    prendo la sua mano. Le faccio una carezza, piano piano.
    Ella mi guarda, e
    so che il cuore
    non l'inganna, non è più smarrita e mi dice una cosa:
    È tornata
    dal giardino la mia "Rosa".
    Composta domenica 8 maggio 2022
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      Scritta da: Gabriele Ceci
      in Poesie (Poesie catartiche)

      Nell'etere

      La fuggevolezza della vita
      cosa persa cosa finita
      la morte è quest'unica certezza,
      che la vita ci sia gioia, non tristezza

      l'essere stato cosa conta?
      È solo sabbia sotto la mia orma
      che senso ha questo strano viaggio?
      Torneremo in un luogo originario? Siamo solo di passaggio?

      Tutte le anime saranno riunite?
      Le frequenze ci daranno nuove vite?
      Siamo realmente luce e luce torneremo?
      Andremo nel fuoco o in un cielo sereno?

      L'unica certezza è che lo scopriremo
      andremo nel panico o ci divertiremo?
      Meglio essere cinico o essere sincero?
      Ma la coscienza in cosa può consistere nell'etereo?

      Ma meglio non pensaci, abbiamo tempo,
      ci penseremo all'ultimo momento,
      o non ci penseremo affatto.
      Composta domenica 20 marzo 2022
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        Scritta da: Dario Pautasso
        in Poesie (Poesie catartiche)

        Nessuno me lo chiede più

        Mi aspetto che qualcuno me lo dica
        Che sono superficiale
        Col mio capo piegato sulle sbarre
        E gli occhi vuoti assolti solo per pietà.

        Che se il sole acerbo di dicembre
        Ritaglia parallelepipedi di neve
        A me non riesce ad importare
        Che questi sussurri di bellezza
        D'occhi che cercano occhi
        Non posso guardarli, e non li vedo.

        Mi aspetto il dito puntato
        Mentre mi piego sul taglio
        Dei miei pensieri
        Con l'egoismo efferato di uno strazio perfetto.

        Me lo aspetto ma non arriva più.
        Nessuna accusa d'indolenza
        Forse appena il taglio amaro di un labbro tirato
        Di compassione
        Qualcosa che mi chiede di essere altrove.
        Nulla più.

        Sto qui.
        Senza dita puntate
        con i miei occhi che non possono guardare occhi,
        Piegato sulle sbarre
        Egoista sublime del dolore
        E nessuno me lo chiede più.
        No.
        Nessuno me lo chiede più.
        Composta lunedì 30 novembre 2015
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